Negli anni ’70 la banda di Nova Milanese ebbe come Presidente il Cavaliere del Lavoro Angiolino Bonvini (1923 – 1989).
Uomo semplice, ma di spirito innovativo, con l’appoggio di don Rainaldo Grassi si prefisse di portare la banda ad un rinnovato splendore sull’esempio di quella che da tutti era ammirata come “la banda d’Affori”. E ci riuscì. In quegli anni, sotto la guida del maestro Colombo, i bandisti furono spinti ad imparare pezzi da concerto pur se qualcuno di loro la musica l’aveva solo nel sangue e non sapeva leggere gli spartiti.
Anche gli strumenti musicali avevano bisogno però di una “aggiustatina” e tutto a suo spese si provvide: vennero accordati, ripuliti, rettificati gli sfiati. Addirittura se ne procurarono di nuovi. E qui entra in scena la moglie Melania Mangili: di nascosto (se non poi confessarlo ad affare compiuto), si interessò all’acquisto di strumenti, perché nel frattempo le unità bandistiche crescevano a vista d’occhio: intere famiglie vi facevano parte e non solo di età matura, ma ragazzini dotati che non avevano certo paura di spendere le loro domeniche in giro per manifestazioni di piazza e le loro serate nell’aula prove.
Anche lo spirito bandistico si rinnovò, perché i volontari si sentirono non solo appoggiati, ma gratificati da tanti piccoli gesti che fino ad allora non furono mai fatti: il panettone di Natale, le cene sociali, le gite (come non ricordarsi di quella a Busseto alla casa natale di Verdi) o solo un sorriso o un “grazie” detto di cuore e la sua immancabile presenza sempre costante anche in aula prove. Fu sotto la sua presidenza che la banda venne accompagnata da tre majorettes, per allora un’innovazione quasi da scandalo americano. Da tre si passò a sei e le ragazze divennero parte integrante del Corpo Bandistico di Nova Milanese. La banda venne dotata di una divisa ufficiale e fu presentato il primo gagliardetto; non solo: la grancassa venne dipinta con la scritta di riconoscimento e tutti poterono ammirare la fastosità del corpo bandistico che ormai sfiorava le sessanta presenze.
Da ultimo, ma non per importanza, come non ricordarsi del primo raduno bandistico che avvenne con il richiamo di otto corpi musicali che da ogni angolo del paese si concentrarono nel campo dell’Oratorio maschile. E ne seguirono altri in varie occasioni, a Nova o in altri paesi che ormai competevano in grandezza con il nostro paese.
Un piccolo e grande uomo che nulla volle per ringraziamento, ma è rimasto nel cuore dei “vecchi” musicisti come IL PRESIDENTE della banda del paese.
(tratto dalla pagina a cura di P. Lavizzari e M. Scuratti, pubblicata nel volume 100 anni del Corpo Musicale Santa Cecilia di Nova Milanese).